Che cos’è l’endoscopia digestiva?

L’endoscopia digestiva è una tecnica diagnostica e terapeutica che permette di avere una visione diretta, dall’interno, degli organi del tratto digestivo superiore (Esofago, stomaco e duodeno) e del tratto digestivo inferiore (retto e colon). L’endoscopia è oggi uno step diagnostico indispensabile per tutte le malattie gastroenterologiche. Consente infatti sia di individuare e tipizzare le patologie benigne, sia di prevenire, sorvegliare e curare quelle maligne effettuando all’occorrenza piccoli interventi quali l’asportazione di materiale patologico, cauterizzazioni, biopsie. Gli esami più comunemente eseguiti con questa tecnica sono la gastroscopia per studiare esofago, stomaco e duodeno, e la colonscopia per visualizzare il colon ed il retto.
Le più frequenti procedure endoscopiche diagnostiche ed operative sono:
  • Esofagogastroduodenoscopia
  • Colonscopia totale con o senza ileoscopia
  • Rettosigmoidoscopia
  • Esofagogastroduodenoscopia intraoperatoria
  • Rimozione endoscopica di polipi (polipectomia) e di lesioni neoplastiche superficiali (Mucosectomia, Dissezione endoscopica sottomucosa) del tubo digerente
  • Emostasi endoscopica di lesioni sanguinanti
  • Colangiopancreatografia retrograda per via endoscopica (ERCP) e trattamento della patologia litiasica della via biliare principale
Nell’ambito dell’endoscopia operativa è inoltre possibile eseguire le principali procedure di endoscopia bariatrica:
  • Esofagogastroduodenoscopia pre-operatoria
  • Posizionamento e rimozione di palloncino intragastrico
  • Gastroplastica endoscopica (Endosleeve)

Esami endoscopici senza dolore

Al fine di garantire una ottima tollerabilità dell’esame le procedure endoscopiche vengono eseguite in regime di sedazione con la presenza di un anestesista dedicato.

Colonscopia e prevenzione

La maggior parte dei tumori del colon-retto origina da lesioni precancerose (polipi adenomatosi) che possono essere identificati ed asportati durante la colonscopia. A partire dai 50 anni tutti gli uomini e le donne, anche se asintomatici, dovrebbero sottoporsi ad una colonscopia di screening che consente di trattare eventuali lesioni del colon in fase precoce. In caso di asportazione di polipi del colon il paziente viene poi indirizzato ad un programma di sorveglianza endoscopica che comporta la periodica ripetizione della colonscopia. Per eseguire la colonscopia è necessario effettuare la preparazione intestinale che consente di esplorare il colon in maniera approfondita eliminando i residui fecali. Per aumentare la tollerabilità della preparazione, presso il nostro servizio di Endoscopia Digestiva, consigliamo l’assunzione di preparazioni intestinali a basso volume (2 litri o 1 Litro) a dosi frazionate.

Cosa sono i polipi?

I polipi del tratto gastro-intestinale sono lesioni che originano dalla mucosa dell’intestino e protrudono nel lume. Possono avere diversa morfologia e la maggior parte di essi risulta asintomatica, fatta eccezione per un eventuale minimo sanguinamento di solito occulto. I polipi sono formazioni benigne che possono però potenzialmente andare incontro a trasformazione maligna; la maggior parte dei cancri del colon insorge infatti su un polipo adenomatoso precedentemente benigno. La diagnosi viene posta mediante l’endoscopia e la terapia consiste nell’asportazione.
Il trattamento endoscopico delle lesioni preneoplasti­che e/o neoplastiche in fase precoce del tubo dige­rente si è modificato ed evoluto negli ultimi  anni grazie all’avvento di procedure che  hanno come intento la resezione radicale delle lesioni neoplastiche superficiali. Le tecniche di resezione endoscopica utilizzate sono la Resezione Mucosa Endoscopica (EMR) e la Dissezione Endoscopica Sottomucosa (ESD). Affinchè possano essere messi in atto questi trattamenti deve essere effettuato un esame endoscopico, gastroscopia o pancolonscopia, che consenta all’endoscopista di visualizzare ed aportare la lesione e/o il polipo. Questi esami vengono effettuati utilizzando un apposito strumento, l’endoscopio, che viene introdotto attraverso gli orifizi naturali (transorale o transanale), dotato di una videocamera alla sua estremità che consente una completa visualizzazione della mucosa gastrointestinale. Gli esami vengono eseguiti solitamente in sedazione profonda con assistenza anestesiologica. Un gas viene utilizzato per distendere le pareti del viscere e consentire una completa visualizzazione della mucosa, facilitando la visione di eventuali lesioni polipoidi o non polipoidi suscettibili di trattamento endoscopico. Nella Resezione Mucosa Endoscopica (EMR) un’ansa viene introdotta attraverso l’endosocopio, ed al di sopra del polipo, e collegata ad una corrente diatermica che ne consente la resezione, previa infiltrazione della sottomucosa con una apposita soluzione che viene iniettata alla base del polipo, al fine di allontanare la lesione dagli strati più profondi della parete del viscere con il duplice scopo di consentire una resezione completa e di prevenire le complicanze.
Per una ottimale valutazione anatomo-patologica in alcuni casi si rende necessario ottenere una resezione in un unico frammento (detta “enbloc”) della lesione. Per questo motivo negli ultimi anni è stata sviluppata una tecnica più complessa che mira alla asportazione profonda, fino a raggiungere la tonaca muscolare, di lesioni precoci di dimensioni no­tevoli, anche superiori ai 3-4 cm. Tale tecnica, definita ESD (Endoscopic Submucosal Dissection), è basata sull’uso di aghi dedicati che in­cidendo gli strati della parete possono consentire una resezione radicale di lesioni altrimenti non asportabili endoscopicamente o asportabili in più frammenti con le altre metodiche disponibili.